I benefici dell’allattamento al seno
L’allattamento al seno è fondamentale per il corretto sviluppo fisico e psicologico di un bambino. A dimostrazione di ciò, la scoperta di alcuni studiosi che hanno accertato che l’alimentazione al seno aumenta il quoziente intellettivo (QI). Ma questa è solo una delle più recenti scoperte sulle qualità del latte materno che continua a essere l’unico cibo necessario alla perfetta crescita del neonato nei primi sei mesi di vita. Rendendo, per esempio, l’organismo del neonato più forte anche contro l’asma allergica.
Numerose ricerche hanno anche dimostrato come allattare riduca il rischio di tumore alle ovaie e alla mammella, nonché prevenga la depressione post-parto e offra anche la possibilità di bruciare più velocemente i grassi in eccesso.
Oltre a tutto ciò, non meno importante è l'aspetto psicologico: allattare al seno rafforza il legame tra mamma e bimbo. E i benefici sono sia fisici sia psicologici: l’allattamento soddisfa il bisogno di contatto e di appagamento dei bisogni primari, rafforzando il legame affettivo madre-figlio, garantisce al bambino l’assunzione di sostanze nutrienti (per la crescita) e di anticorpi (per rafforzare il suo sistema immunitario ‘in costruzione’) e, al tempo stesso, aiuta la madre nella delicata fase post-parto e in quella in cui l’organismo ricerca un nuovo equilibrio, grazie alla produzione di ormoni che garantiscono anche una sensazione di tranquillità e serenità.
1. La posizione
La posizione ideale da tenere per allattare è quella seduta su una poltrona bassa, dove è possibile poggiare i piedi a terra, con le ginocchia appena sollevate. La testa del bambino va tenuta nell'incavo del braccio, in modo che la sua posizione risulti leggermente distesa. Il capezzolo e l'areola devono essere completamente posti nella bocca del bambino, altrimenti la mamma avvertirà dolore durante la suzione.
2. Il numero di poppate
In realtà non c'è un numero fisso di poppate nell'arco della giornata. Il bambino va messo al seno ogni volta che piange e ha fame. Proprio per questo l'allattamento al seno viene anche detto “a richiesta”. Va ricordato, in generale, che appena nato il bimbo mangia pressappoco ogni due ore; man mano che cresce, poi, la pausa tra una poppata e l'altra diventerà più estesa, attestandosi sulle 4-5 ore.
3. La durata delle poppate
La poppata non deve durare più di 20 minuti (10 per parte). Anzi è meglio che duri qualche minuto in meno (7-8 minuti per parte). La maggior parte del latte (tranne che nei primissimi giorni) viene assunta nei primi minuti. Possibilmente iniziate la poppata successiva dallo stesso seno con cui è finita la poppata precedente. Questo perché il bambino alla fine della poppata precedente potrebbe non avere svuotato completamente il seno. A tal proposito va detto che alcuni bambini pigri possono essere tenuti attaccati per un periodo superiore ai tradizionali 20 minuti, assicurandosi però che mangino effettivamente di più. Va anche ricordato di far fare al bimbo, dopo ogni poppata, il ruttino per evitare spiacevoli rigurgiti.
Fonte, tratto da da: "VogliadiSalute"
L’allattamento al seno è fondamentale per il corretto sviluppo fisico e psicologico di un bambino. A dimostrazione di ciò, la scoperta di alcuni studiosi che hanno accertato che l’alimentazione al seno aumenta il quoziente intellettivo (QI). Ma questa è solo una delle più recenti scoperte sulle qualità del latte materno che continua a essere l’unico cibo necessario alla perfetta crescita del neonato nei primi sei mesi di vita. Rendendo, per esempio, l’organismo del neonato più forte anche contro l’asma allergica.
Numerose ricerche hanno anche dimostrato come allattare riduca il rischio di tumore alle ovaie e alla mammella, nonché prevenga la depressione post-parto e offra anche la possibilità di bruciare più velocemente i grassi in eccesso.
Oltre a tutto ciò, non meno importante è l'aspetto psicologico: allattare al seno rafforza il legame tra mamma e bimbo. E i benefici sono sia fisici sia psicologici: l’allattamento soddisfa il bisogno di contatto e di appagamento dei bisogni primari, rafforzando il legame affettivo madre-figlio, garantisce al bambino l’assunzione di sostanze nutrienti (per la crescita) e di anticorpi (per rafforzare il suo sistema immunitario ‘in costruzione’) e, al tempo stesso, aiuta la madre nella delicata fase post-parto e in quella in cui l’organismo ricerca un nuovo equilibrio, grazie alla produzione di ormoni che garantiscono anche una sensazione di tranquillità e serenità.
1. La posizione
La posizione ideale da tenere per allattare è quella seduta su una poltrona bassa, dove è possibile poggiare i piedi a terra, con le ginocchia appena sollevate. La testa del bambino va tenuta nell'incavo del braccio, in modo che la sua posizione risulti leggermente distesa. Il capezzolo e l'areola devono essere completamente posti nella bocca del bambino, altrimenti la mamma avvertirà dolore durante la suzione.

2. Il numero di poppate
In realtà non c'è un numero fisso di poppate nell'arco della giornata. Il bambino va messo al seno ogni volta che piange e ha fame. Proprio per questo l'allattamento al seno viene anche detto “a richiesta”. Va ricordato, in generale, che appena nato il bimbo mangia pressappoco ogni due ore; man mano che cresce, poi, la pausa tra una poppata e l'altra diventerà più estesa, attestandosi sulle 4-5 ore.
3. La durata delle poppate
La poppata non deve durare più di 20 minuti (10 per parte). Anzi è meglio che duri qualche minuto in meno (7-8 minuti per parte). La maggior parte del latte (tranne che nei primissimi giorni) viene assunta nei primi minuti. Possibilmente iniziate la poppata successiva dallo stesso seno con cui è finita la poppata precedente. Questo perché il bambino alla fine della poppata precedente potrebbe non avere svuotato completamente il seno. A tal proposito va detto che alcuni bambini pigri possono essere tenuti attaccati per un periodo superiore ai tradizionali 20 minuti, assicurandosi però che mangino effettivamente di più. Va anche ricordato di far fare al bimbo, dopo ogni poppata, il ruttino per evitare spiacevoli rigurgiti.
Fonte, tratto da da: "VogliadiSalute"
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